Presentazione di una conferenza che ho tenuto su invito di Carmelo Piccolo e dell’organizzazione Eximia Forma nell’agosto del 1994.

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La sfida della complessità: quale ruolo oggi per la musica colta?

In che modo la musica colta può interpretare la realtà, ed essere una voce autentica della nostra condizione?
Attraverso la comunicazione; la comunicazione è valida ed efficace quando esiste un rapporto vitale tra opera e pubblico.
Per non perdere questo rapporto è necessario attingere all’immenso bazar della storia, identificando le invarianti della trasmissione di un’idea musicale: non più un problema di linguaggio dunque, ma di dialettica tra attesa e sorpresa, e di creazione di una corrente emotiva.
Per risvegliare gli archetipi che sono in ciascuno di noi, e garantire il fluire del messaggio, dalla musica all’ascoltatore.

La sfida della complessità è la sfida del gusto, che nel repertorio gigantesco della storia e delle altre culture riesce ad isolare i segnali portatori di Senso e a dar loro nuova vita: creando delle costellazioni di significati non dall’interno, attraverso la costruzione di sistemi linguistici raffinatissimi, e in fondo solipsistici, ma dall’esterno, lasciando decantare frammenti, detriti delle culture-storie in organismi elastici, aperti al mondo e alla contaminazione, e controllati dal gusto.